50 anni fa, il 26 giugno 1967, moriva don Lorenzo Milani. Si è parlato e si parla tanto di lui, in questi mesi, a proposito e a sproposito. Il dibattito è acceso, perfino sulla stampa quotidiana. Accanto a chi ne ha capito a fondo il pensiero e la testimonianza (vedi Franco Lorenzoni), intervengono anche tanti intellettuali di un certo spessore mediatico, che, purtroppo, dimostrano di aver letto assai poco in proposito. Non è mancato chi, addirittura, fa di Lorenzo Milani un nemico della grammatica, un facinoroso paladino della scuola-facile-facile, della "ricreazione permanente", del disimpegno culturale. Proprio lui! Il mio consiglio, profittando dell'anniversario, è di tornare a leggerlo, o rileggerlo, con la stessa serietà che esigeva da suoi ragazzi. Per apprezzare la lucidità delle sue pro-vocazioni e la potenza di sintesi della sua intelligenza, quale che sia il giudizio in merito alle sue proposte e alle sue persuasioni.
Intanto vi propongo questa 'pillola', poco più di un 'cinguettio':
"... è appunto qui che si distingue il maestro dal commerciante. Dicesi commerciante colui che cerca di contentare i gusti dei suoi clienti. Dicesi maestro colui che cerca di contraddire e di mutare i gusti dei suoi clienti. Lo schierarsi di qua o di là di questa barriera è... decisione ben grave"
E voi? E noi? Che cosa scegliamo?